"Nel Cuore della Chiesa"

N. 4/2010

 Editoriale

 

RIVISTA N. 4/2010 (PDF)      

 

 

 

Poche parole del Vangelo sono gravate da un carico di fraintendimenti e di ambiguità come “povertà”; eppure poche parole riescono, come questa, a condensarne il messaggio, lo stile, il contenuto stesso della predicazione del Regno dei cieli. Porta d’ingresso nell'annuncio delle Beatitudini, nella povertà si canta con Maria il Magnificat al Potente rivolto verso gli umili e i piccoli. Nella povertà anche Teresa contempla il volto del suo Cristo amato; in essa, infine, si compie la vita di ogni discepolo e della carmelitana in particolare: per lei, grandi mura difensive sono soprattutto quelle della povertà! Ci accompagnerà quest'anno la lettura del Cammino di Perfezione, l'opera che Teresa scrive per le sue compagne, figlie ed amiche di san Giuseppe, all'inizio di un'esperienza che ha tutto il sapore del soprannaturale, e che riserverà ancora travagli, amarezze, assieme al centuplo promesso da Gesù a chi lascia tutto, si fa povero per seguirlo.
All'origine di quell'avventura che Teresa vive iniziando la fondazione del Carmelo Scalzo, c' è un dichiarato intento di seguire e servire Cristo povero. È questo, e nient'altro, il senso della parola “povertà” pronunciata dalla Santa, in un tempo in cui l'Europa cristiana si lanciava in dolorose guerre di religione, il cui facile bersaglio era la Chiesa di Roma, con le sue corti, i suoi fasti, la sua corruzione. Niente di tutto ciò in Teresa, che trova per la sua Riforma altre ragioni, altre urgenze, altri metodi, che non mancarono di avere importanti ricadute anche a livello di strutture e di stili di vita.
Per lei la scelta della povertà, tanto vivamente raccomandata alle sue figlie ha il significato di imitare il Cristo povero e nudo, che ha scelto di nascere in una grotta e di morire su una croce. Quello di Teresa sarà un appello dettato dall'esigenza, tutta interiore, di tenere fisso lo sguardo sul mistero di un Dio che ha scelto di abitare in mezzo a noi, nell'umile case del falegname e nelle umili dimore delle nostre comunità e famiglie.

di padre Renato Dall'Acqua