"Nel Cuore della Chiesa"

N. 3/2011

 Editoriale

Alla mensa di Gesù

 

RIVISTA N. 3/2011 (PDF) 

Il lungo cammino verso la “perfezione” che la Santa Madre ha indicato alle sue figlie e ai suoi figli giunge al termine in una maniera inattesa.

Pare non sia nelle ultime pagine del Cammino di Perfezione che vada ritrovato l'epilogo del discorso di Teresa: i suoi «avvisi e consigli», ben prima di giungere all'ultima petizione del Pater Noster, sembra arrivino al loro vero obiettivo quando la Santa si trova a commentare il «Fiat voluntas tua», detto da Gesù nell'Orto degli Ulivi e ripetuto insieme a Lui da ogni buon discepolo.

«Tutto quello su cui vi ho avvisato in questo libro va diretto a questo punto di darci del tutto al Creatore e mettere la nostra volontà nella sua e distaccarci dalle creature» (C 32,9): questo passaggio potrebbe essere considerato il vero epilogo dell'opera, il vero obiettivo della fatica letteraria di Teresa.

Tutto quello che ci ha detto nel Cammino vuole giungere a questa offerta di sé, a questo amore al Padre, a questa libertà da tutto ciò che non è Lui, a questa umiltà di sapersi in profondità “un nulla” chiamato però, come dice la Santa, a dialogare con un Dio Grande che fa cose grandi nel cuore, nella vita dei suoi figli. Dare la nostra volontà a Dio in maniera che «faccia in tutto quello che ci tocca conforme a essa»: è il mistero del Getsemani in cui Gesù sceglie quello che vuole il Padre, ovvero di amare i suoi fino alla fine, fino all'estrema donazione di Sé. È quello che ogni buon discepolo deve giungere a compiere nella sua vita, accettando le concretissime vie attraverso cui Dio lo chiama a questo amore «fino alla fine» e scegliendo di rimanervi fedeli.

Se questo è, dunque, l'obiettivo di tutto il cammino di perfezione, se questa è, come ricorda Teresa, la «contemplazione perfetta», la meta di ogni cammino spirituale, come si giungerà a questa unione delle volontà per cui il credente sceglie di assecondare quella volontà di Dio intuita nella preghiera e nella vita?

Qui l'epilogo teresiano si apre al mistero eucaristico. Cogliendo il passaggio alla nuova petizione del Pater che sta commentando «(Dacci oggi il nostro pane quotidiano)», Teresa intuisce che solo l'Eucaristia è il luogo nel quale il cristiano può disporsi a “ fare la Sua volontà”. Nessun discorso moralistico ci viene dalla Madre, ma solo il rinnovato invito alla contemplazione dell'unico mistero che può insegnarci ogni cosa. Solo contemplando nel sacramento del pane e del vino «l'estremo amore di Gesù», il discepolo potrà determinarsi a più amore, a quel di più di amore che la volontà di Dio intuita gli sta indicando.

Il “cammino di perfezione” trova il suo naturale approdo proprio alla mensa di Gesù, dove ogni figlio e figlia di Teresa potrà contemplare l'altezza, la larghezza e la profondità dell'amore di Cristo per Lui e sentirsi spinto ad una risposta che, attraverso concreti gesti e parole vere, dirà un amore che va imparando «dal gran Capitano dell'amore» ad essere veramente tale, ad essere eucaristico, ad essere donazione, ad essere rendimento di grazie.

di padre Mariano Tarantino