"Nel Cuore della Chiesa"
N. 3/2007
Editoriale
Ma che cos'è l'amicizia?
Noi siamo ancora
tanto idealisti da pensare che l’amicizia, nel senso vero e severo della parola,
sia non solo ancora possibile, ma si trovi, altresì, in condizioni adeguate per
felici sviluppi.
Ma che cos’è l’amicizia? Ė questo un tema che si presta a molteplici
considerazioni, come dimostra l’interesse che tanti scrittori fin dall’antichità
gli hanno riservato.
Potremmo ricordare, ad esempio, il famoso oratore Cicerone, che al «De Amicizia»
dedicò un trattato. Per lui il primo presupposto è che non si dà amicizia se non
tra buoni, ed essa stessa «non è altro che un accordo perfetto su tutte le cose
divine ed umane, accompagnato da benevolenza e da amore» (cfr «Laelius, seu de
amicitia», capitoli, 5-6).
Accanto a quest’alto esempio di sapienza pagana, come dimenticare tuttavia la superiore sapienza, che è inerente ed immanente alla Parola ispirata di Dio?
Accenniamo almeno delle affermazioni luminose del Siracide sulla «preziosità»
dell' amico fedele (cfr Eccl 6, 14 -16). Poi dobbiamo ricordare il «comandamento
nuovo» di Gesù, che trasforma e sublima l’amicizia in amore fraterno, in quanto
c’impegna ad amarci gli uni gli altri com’Egli stesso ci ha amati (cfr Gv
13,34).
Egli che non volle più chiamare servi i suoi apostoli, ma li chiamò e li volle
suoi amici (cfr Gv 15,15), giunse a proporre e ad auspicare per loro la
comunione piena, cioè l’unità di vita: «Che tutti siano una cosa sola, come tu,
Padre sei in me, ed io in te» (Gv 17,21).
Qui siamo davvero al vertice di una umanamente impensabile ed irraggiungibile
altezza. Qui l’amicizia, già consumatasi in amore, viene a sfociare in una
mistica identità, che si modella sull’inesprimibile relazione trinitaria tra il
Padre e il Figlio, nello Spirito.
Ed ora, quasi ridiscendendo da questa altezza, vogliamo concludere almeno che
l’amicizia crea un’armonia di sentimenti e di gusti, che prescinde dall’amore
dei sensi, ma invece sviluppa fino a gradi assai elevati, ed anche fino
all’eroismo, la dedizione dell’amico all’amico.
Noi crediamo che gli incontri anche causali e provvisori delle vacanze diano
occasioni ad animi nobili e virtuosi per godere di questa relazione umana e
cristiana, che si chiama l’amicizia. Essa suppone e sviluppa la generosità, il
disinteresse, la simpatia, la solidarietà e specialmente la possibilità del
mutuo sacrificio.
Sarà facile, pura, forte l’amicizia se sarà sorretta ed alimentata da quella
tipica e sublime comunione d’amore che un’anima cristiana deve avere con Cristo
Gesù.
Paolo VI (Castel Gandolfo, 26 luglio 1978)