"Nel Cuore della Chiesa"

N. 2/2010

 Editoriale

Una solida Fede

RIVISTA N. 2/2010 (PDF)      

 

Basterebbero le poche righe del Cammino di Perfezione dove Teresa di Gesù manifesta il desiderio di comporre un commento all’Ave Maria (CE 73,2) per comprendere quanto sia rilevante la devozione mariana nella vicenda della fondatrice del Carmelo riformato, e come essa rientri a pieno titolo tra i temi della spiritualità Teresiana.

Quanto riscontriamo nell’opera letteraria di Teresa e che appartiene agli anni della sua maturità, si aggiunge alla formazione ricevuta al Carmelo “Tutto Mariano”, e all’educazione familiare dove la recita del Rosario costituiva un momento qualificante del “programma” educativo domestico.

Su quel terreno cresce e si sviluppa un’autentica vita di pietà e di preghiera, lo testimonia l’episodio narrato da Teresa che, rimasta orfana nella prima adolescenza, trova, nell’affidamento a Maria (V 1,7), parole che documentano la maturità, semplice e profonda, di un rapporto ben radicato, di una relazione vissuta nel segno personale del “tu”; negli anni della maturità, infine, saranno le molteplici esperienze mistiche che hanno per protagonista la Madre di Dio a segnare definitivamente Teresa nel suo rapporto con Maria.

Le note affettive che caratterizzano le esperienze mariane dell’infanzia e della giovinezza maturano sotto il benefico influsso di tutto ciò che – letture, amicizie, vita di preghiera, esperienze soprannaturali - la orienta verso una solida fede in Cristo, vero Dio e vero uomo; una fede vissuta nel segno della pienezza dell’umanità, testimoniata da una donna divenuta madre del figlio di Dio, che con quel Dio mantiene un rapporto umanissimo e proprio per questo autenticamente spirituale.

Nel capitolo 22 del Libro della Vita l’argomento biblico in base al quale Teresa dimostra la necessità del radicamento dell’orazione nella umanità di Cristo è proprio Maria, alla quale non è di intralcio l’umanità del Figlio, Maria che prima degli apostoli crede nel mistero dell’uomo-Dio.

Per completare il quadro, va detto anche che la devozione mariana si intreccia con quella, vivissima in Teresa, a san Giuseppe. E ciò a conferma, ancora una volta, che non è nel circuito dei concetti astratti che matura la spiritualità Teresiana, ma nelle vicende della storia sacra che vede un uomo e una donna prendere parte insieme alla più sconvolgente avventura di Dio con gli uomini. Una storia alla quale Giuseppe partecipa come custode del mistero sul quale insegna a tenere fisso lo sguardo.

Nel monastero di san Giuseppe, con le immagini del Santo e della Vergine alle due porte di ingresso, quella storia sacra si rinnova, come in una nuova Betlemme. Maria si trova così al centro di una vicenda che non si esaurisce intorno ai suoi “privilegi” ma che abbraccia il mistero del Figlio, del suo corpo eucaristico ed ecclesiale, nell’arco dei tempi. Tutto questo è detto, raccontato e vissuto senza inutili parole, nella piena consapevolezza, e nella gratitudine a colei che più di ogni altra, in questa storia, può essere invocata e onorata con il titolo di Madre.

di padre Renato Dall'Acqua