"Nel Cuore della Chiesa"

 N. 1/2007

Editoriale

Il Regno di Dio è vicino..., è come quando uno trova un grande tesoro... E il tesoro chi l’ha trovato? I mistici, i santi. Ad essi è stato dato di fare questa scoperta stupefacente che li ha sempre lasciati ammutoliti. «Tutto, ormai, io reputo una perdita di fronte alla sublimità

Noi ne sappiamo poco, non siamo ancora diventati «sua preda» che non vuole conoscere nient’altro che Lui. Loro invece sono persone affascinati, conquistati, stupiti e... terribilmente realisti, fecondi con la fecondità di Dio. Chiunque abbia avuto la fortuna di trovarsi vicino a loro è rimasto contagiato nel cuore. Quindi c’è di mezzo un esperienza che noi forse non abbiamo fatto. Un esperienza “strana” che apre la bocca e allo stesso tempo la chiude. I santi vorrebbero gridare a tutto il mondo e... non trovano parole.

Le parole sono troppo piccole, insignificanti. La realtà, il Dio vero da loro conosciuto non c’entra niente con le nostre parole umane.

Loro invece lo guardano, lo godono, provano una nostalgia straziante di poterlo vedere senza veli. Gli occhi brillano, la carne trema di sete del Dio vivente e intanto sono ancora qui, incapaci di esprimersi. Questo è il vero silenzio. Il dono, che lascia senza parole. Esse non servono più. Godi la somma verità, la somma bellezza stupito che tutto ciò che credevi grande, vero e buono è paglia e fango.

Ti accorgi che unica cosa che puoi fare (e allo stesso tempo la più grande) è... guardare. «Vi chiedo solo che lo guardiate » ci scrisse santa Teresa d’Avila nel Cammino di perfezione e sapeva bene che cosa stava scrivendo. Lei ha trovato il tesoro. Si può piangere di gioia, si può incoraggiare gli altri, ma il tesoro non lo puoi condividere con chi non ha percorso il cammino.

Saprai però indicare la direzione giusta. Questo tesoro dimora nell’eterno silenzio. I “Tre” non hanno bisogno di parole per comunicare tra di loro, non si devono mettere d’accordo, non c’è niente da chiarire. Godono. La comunione non la devono cercare. La vivono. Loro sono la comunione. Te la possono donare.

Ma devi percorrere i sentieri del silenzio. Se non smetti di parlare nessuno potrà guidarti. Devi accogliere lo strazio del silenzio dei “Tre”, di quel silenzio sulla tua vita (perché tu la vita non la conosci).

Tu pensi in piccolo. Loro vogliono cose grandi perché il tuo cuore è infinito. Il silenzio non è altro che lo stupore dell’essere di fronte all’immensa bellezza del dono, però il primo passo sui sentieri del silenzio è la morte alle parole umane e devi morire nel cuore. Puoi ingannare gli uomini, puoi illudere te stesso, ma l’Eterno conosce la verità. Sterile o fecondo? Scegli tu.

Ricorda però che devi essere deciso, risoluto e non tirarti mai indietro là dove le cose dipendono da te.                        

            P. Luigi Olszewski