"Nel Cuore della Chiesa"

 N. 1/2005

 

Editoriale

Il più piccolo nel regno

Come un segreto che si va rivelando la piccolezza sorprende e stupisce chiunque si accosta al Figlio di Dio Incarnato e al suo Vangelo.

Dall’umile e piccola Maria di Nazareth che concepisce il Verbo, alla nascita nella “più piccola tra le città di Giuda”, al “bambino” trovato dai pastori e dai magi, fino all’annuncio di salvezza rivolto di preferenza ai “piccoli”, alle parabole del Regno, al comandamento dell’amore, “quello che avete fatto al più piccolo l’avete fatto a me” (Mt. 25, 40), alla condanna a morte in croce, come uno schiavo, come “seme che deve morire per dare frutto”, il mistero si va dipanando sempre nel segno della povertà, dell’umiltà, della piccolezza.

Ecco allora la gioia di Gesù “perché ai piccoli sono rivelate le cose del Regno” (Mt. 11, 26), la sua proclamazione della vera grandezza: “chi è più piccolo tra tutti voi, questi è grande” (Lc. 9, 48) e “chi è più grande tra voi diventi come il più piccolo” (ib. 22, 26). Ancora Gesù spiega: “Nessuno più grande di Giovanni il Battista, tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui” (Mt. 11, 11), e il Regno dei cieli per Gesù è come un granello di senape, “il più piccolo di tutti i semi” (Mt. 13, 32). La grandezza di essere nel Regno di Dio, che è la grandezza di essere santi, vale più di ogni altro titolo, sia pure quello di essere il precursore del Messia; Giovanni però sa e desidera diminuire “perché cresca il Cristo” e perciò è un piccolo del Regno. L’uomo è veramente grande non per i titoli, i successi, il seguito, i carismi, i riconoscimenti o il potere che può avere sugli altri (“anche se conquistassi i mondo intero…!”), ma perché è nel Regno di Dio. E il Regno di Dio è Dio nell’uomo, presente come “piccolo seme”, ma con tutta la forza del seme. “Ogni principato e ogni potestà e potenza sarà ridotta al nulla”…perché “Dio sia tutto in tutti” (1 Cor. 15, 24.28).

È questo il disegno di Dio e il senso misterioso della storia: la piccolezza luogo e segno della sua presenza.

Dio è troppo grande per aver bisogno di altre grandezze, perciò gli basta un bambino, “un piccolo”, un seme, una briciola di pane, una goccia di vino, per farsi presente.

Un pezzo di pane diventa il corpo del Figlio di Dio incarnato, “è la sua carne per la vita del mondo” (Gv. 6, 51). È sufficiente un frammento per accogliere in sé tutta la Trinità e diventare perciò vita vera ed eterna per l’uomo mortale; “basta una sola goccia del sangue di Cristo per salvare tutto il mondo” (S. Tommaso).

Il Pane eucaristico, un solo frammento di esso, è perciò il mistero della fede e il sacramento del Dio nascosto.

Il Carmelo di Noto, del quale si parla in questo numero della rivista, racconta la sua storia come segnata dalla piccolezza, diventata persino una “vocazione” per la Madre che per tanti anni è stata alla guida del monastero. La particolare devozione poi al S. Bambino di Praga, accolta all’inizio per avere un Protettore nelle necessità, si è andata rivelando come “la via” che la comunità avrebbe percorso, la via della piccolezza, per cui “il piccolo Re” sarebbe stato onorato come il vero “Fondatore”.

P. Gaudenzio