"Nel Cuore della Chiesa"

 N. 1/2004

 

Editoriale

 Ti vedano i miei occhi

Nella lieta circostanza della Beatificazione di Madre Maria Candida dell’Eucaristia offriamo ai nostri lettori una nostra mostra fotografica. Il titolo “STUPORE INFINITO” è sgorgato spontaneo dai suoi stessi scritti.

In essi infatti sono molto frequenti espressioni di candida meraviglia di fronte alla bellezza di Dio, dello Sposo Gesù, dell’Eucaristia e dei suoi simboli, della Chiesa.

Spesso si incontrano frasi come queste:

“Rapita in ammirazione, sacro stupore; l’anima mia ammira davanti alle tue opere. … Che stupore: affacciarsi ad una grata, mirare fra tanto silenzio la piccola Custodia e dire “Gesù è qua”… No, non posso abituarmi ai tuoi doni. Sono cose che mi fanno morire d’amore, trasalire d’immenso stupore”, ecc…

Questa sua inesauribile meraviglia traduce “la purezza di cuore” e la fede contemplativa che da sempre hanno animato i più ardenti desideri di Madre Candida. Molto presto aveva infatti fatta sua la beatitudine “Beati i puri di cuori perché vedranno Dio”. Questo “stupore infinito” si legge perciò non solo nei suoi scritti, ma in tutta la sua persona, specialmente nei suoi occhi, belli, penetranti, puri, sempre più rivolti a Lui, in particolare rivolto a Gesù vivo e presente nell’Eucaristia.

“Io lo vedo, non so come, ma è bello. …Mi sento beata mentre i miei occhi si fissano in Lui. …Quanto mi è cara quell’Ostia! Scuote tutte le fibre del mio povero cuore. Ho negli occhi una gran sete di contemplarla: vorrei accecare guardandola. Non mi stancherei mai. A volte la rimiro in spirito, come quando, per ubbidire, posai per la fotografia: fissai in spirito gli occhi nell’Ostia divina. …Le mie pupille bevono a torrente da te la purezza. Signore, accecherei mirandoti, mai mi stancherei di contemplarti, o Candore eterno”.

È proprio questo “stupore eucaristico” che Giovanni Paolo II intende ridestare nei credenti del nostro tempo scrivendo la sua recente Enciclica “Ecclesia de Eucharistia”, perché riprendano a “contemplare il volto eucaristico di Cristo”.

A conferma e completamento di questa presentazione riportiamo alcuni passaggi di una intervista che P. Silvestro Pozzebon (Vice-postulatore della Causa di Madre Candida e in questa gioiosa occasione meritevole di un grato e particolarissimo ricordo) ha fatto alle Carmelitane Scalze di Ragusa, parecchie delle quali avevano conosciuto Madre Candida.

- Se ho capito bene, non vi interessa tanto destare la devozione a Madre Candida, quanto attirare l’attenzione del popolo di Dio sul mistero eucaristico?

- Sì, perché sono persuasa che così facendo entriamo pienamente in quelli che erano i desideri, le aspirazioni e anche “la missione” specifica di Madre Candida: far conoscere e amare non se stessa (non avrebbe senso), ma Gesù Eucaristia; portare tutti i fratelli ai suoi piedi, aiutarli a stabilire con Lui un rapporto vivo, come quello di due innamorati che si cercano perché si amano. La vita, gli aneddoti, i pensieri della Madre li proponiamo quali sottolineature esperienziali per dimostrare che la Via è collaudata e il successo assicurato.

- Pensa lei, Madre, che fra tanti discorsi orizzontali, fra tanti problemi di strutture, con tante tendenze laicizzanti, fra disorientamenti e violenze, il discorso eucaristico trovi ancora un po’ di spazio per essere ascoltato dagli uomini del nostro tempo?

- Deve essere, non soltanto ascoltato (e dobbiamo fare di tutto perché lo sia), ma assimilato, vissuto, fino a diventare “un’idea fissa”, così come è stato per Madre M. Candida, che nell’intimità con Gesù Eucaristia ha trovato la soluzione di ogni problema sia umano che spirituale. Dobbiamo provocare gli altri a fare la “prova”, a sperimentare che è così, perché così è veramente!

- Intuiva di trovarsi di fronte a una santa?

- Intuivo che in lei c’era qualcosa di diverso, specialmente quando posava il suo sguardo su di me; i suoi occhi azzurri mi facevano intravedere delle profondità abissali nascoste nella sua anima, e dentro di me dicevo: “sembrano occhi che hanno visto la Madonna”.

- Madre Candida amava la Madonna?

- Dopo l’Eucaristia il suo amore era per la Madonna, anzi lei non faceva questione di prima e di dopo, perché ad una di noi che un giorno ebbe l’ingenuità di chiederle se amasse di più l’Eucaristia che la Madonna, rispose: “Gesù, Maria? Unico amore!”

- È stato detto che Madre Candida non ha niente di nuovo o di particolare da insegnare agli uomini del nostro tempo e che il suo amore all’Eucaristia è comune a tutte le anime che vogliono vivere un certo livello di vita spirituale. Lei cosa ne pensa?

- Penso che chi l’ha detto non aveva mai letto gli scritti della Madre e la conosceva per sentito dire. In sé è un’affermazione ingenua, quasi che i santi fossero dei giocolieri per riuscire a farci vedere quello che prima non vedevamo. Anche a considerare soltanto i nostri Santi Carmelitani, che cosa hanno inventato che prima non esistesse? La S. Madre ha forse inventato l’orazione? E S. Teresa di Lisieux ha inventato la semplicità e l’abbandono in Dio? Suor Elisabetta ha forse inventato la presenza della SS. Trinità nella sua anima? No! Hanno semplicemente vissuto in modo nuovo e personale quelle realtà che i cristiani si portavano dentro da sempre senza prestarvi la dovuta attenzione. Ebbene, penso che a rendere “esemplare” un santo nella chiesa non sia tanto la sua capacità di scoprire cose nuove, ma il modo “nuovo” con cui ha vissuto particolari verità di fede; tanto più se è stato arricchito dal carisma di saper trasmettere questo suo entusiasmo.

Madre Candida si è lasciata affascinare, “ossessionare” dalla presenza di Gesù nell’Eucaristia in un modo unico, e di più trasmette questo suo entusiasmo a chi l’avvicina senza preconcetti.

- Data la spiritualità preminentemente eucaristica della Madre, non avrebbe fatto meglio ad andare fra le Sacramentine?Non ha forse sbagliato vocazione?

- Padre, sa fare molto bene la parte dell’avvocato del diavolo!

No, non ha sbagliato vocazione, perché la maggior parte della nostra vita si svolge in coro, alla presenza di Gesù Eucaristia, e la S. Madre Teresa era anche lei un’appassionata ricercatrice della presenza di Gesù Eucaristia, tanto più che la Madre Candida non restava in coro quando i suoi doveri o gli orari di regola la portavano altrove, ma anche da lontano, anche lavorando il suo pensiero era continuamente rivolto al tabernacolo. Viveva la sua vita “a due”: Eucaristia e lei.

-Voi che siete figlie del post-Concilio, come avete vissuto l’impatto con una testimonianza pre-conciliare qual’ è quella di Madre Candida? Risponda una per tutte.

- Posso affermare che l’incontro con la Madre, attraverso i suoi scritti che ho meditato ricavandone gioia e conforto, non mi ha disorientata, anzi mi ha “orientata” maggiormente verso il Signore. Ho scoperto in Madre Candida una personalità così ricca, viva, esuberante da non potersi classificare come appartenente ad una piuttosto che ad un’altra mentalità. Trovo che il suo è un messaggio universale, perché la sua pietà eucaristica ha un contenuto dottrinale chiaro e ben definito, vivificato dal sentimento, testimoniato con la coerenza della sua vita. E anche a voler fare un riferimento diretto al Concilio, la Madre vi entra dentro senza alcuna forzatura. Pensi un po’ a quello che dice il decreto “Presbiterorum Ordinis”: “Nella SS.ma Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e Pane vivo, che mediante la sua carne vivificata e vivificante nello Spirito Santo dà vita agli uomini, i quali in tal modo sono invitati e indotti a offrire assieme a Lui se stessi, il proprio lavoro e tutte le cose create”. È quello che ha fatto Madre Candida in tutta la sua vita.

- E ora, Madre, eccomi nuovamente a lei. Per concludere questo nostro incontro desidererei che lei mi desse una definizione o un’immagine di Madre Candida che possa aiutare i lettori della nostra rivista a fissarla nel loro ricordo.

- Ho avuto in questi giorni tra le mani un libretto intitolato: “L’Eucaristia nella storia” scritto da un sacerdote tedesco. L’autore nell’introduzione descrive lo svolgimento liturgico delle “Stazioni” scelte ad ospitare il servizio divino di tutta la comunità cittadina, sotto la guida del Papa, se era a Roma, o del Vescovo. All’inizio di ogni “Stazione”, quando il Papa entrava in Basilica, gli andava incontro l’Arciprete tenendo nascosto sotto i veli un vaso d’avorio. Non si inginocchiava davanti al Papa, toglieva i veli e apriva con rispetto il vaso. Il Papa controllava lo stato di conservazione delle specie eucaristiche e dopo si inginocchiava dinnanzi al Signore presente.

Ebbene, se devo definire Madre Maria Candida, la definirei così: una “Perenne Stazione del cuore”, perché Madre Candida ha ricevuto da Dio il compito (uso le stesse parole del libro adattandole a Madre Candida) di prendere “a cuore” l’Eucaristia e mostrarla agli uomini come il tesoro più prezioso. Come l’Arciprete della basilica stazionale, Madre Candida non soltanto mostra l’Eucaristia dell’ultima celebrazione eucaristica, ma quella di tutta la storia della Chiesa: forte dell’esperienza della sua vita, indica nel Santissimo il tesoro più prezioso di tutta la storia; il principio fontale della vita, la medicina per ogni male, la sorgente della vera felicità. Perché solo dall’unione con Lui Ostia possiamo trarre la forza per superare le difficoltà e la pazienza per custodire le nostre anime nell’attesa: “donec veniat!”

P. Gaudenzio