Le prime acque: cavare dal pozzo
		   
		
		Fare orazione è rappresentarsi Gesù Cristo nella sua vita terrena per 
		poterlo conoscere amare e imitare. Ma questo non è un esercizio facile, 
		perché dopo il primo entusiasmo subentra la stanchezza e l’incapacità di 
		concentrarsi.  Questo è cominciare a cavare acqua dal pozzo, e Dio voglia 
		che se ne trovi! Almeno da parte nostra si cerchi di attingerla, e si 
		faccia il possibile per innaffiare il giardino, Dio può permettere, per 
		motivi
		che Egli solo conosce e sempre per il nostro maggior bene, che il pozzo 
		sia secco. Ma Egli è tanto buono, che facendo noi il nostro dovere di 
		solerti giardinieri, manterrà i fiori anche senza il soccorso dell’acqua 
		e farà crescere le virtù. Col nome di acqua intendo designare le lacrime, 
		oppure, in mancanza dì queste la tenerezza e l’interno sentimento dì 
		devozione... Scopo di ogni sua fatica deve essere, non già lo sua 
		soddisfazione, ma quella del Padrone. E sapendo che con quel lavoro lo 
		contenta, lo deve molto ringraziare per l‘aiuto che gli dà nel portare la 
		croce e per la fiducia che pone in lui nel lasciarlo lavorare senza 
		paga, nonostante l'impegno con cui lo vede affaticarsi disposto a non 
		lasciar cadere Cristo sotto la croce, neppure se I'aridità dovesse durare fino alla morte. Verrà tempo che sarà ricompensata di tutto.
		Solo una lunga esperienza quale è stata quella di Santa Teresa può 
		convincere un’anima a perseverare in questo primo stadio del cammino 
		dell’orazione. Si tratta di travagli gravissimi ma che non sono senza 
		premio. lo li ho sopportati per molti anni, tanto che quando mi riusciva 
		di cavare qualche goccia da questo pazzo benedetto, mi pareva di 
		ricevere una grande grazia.
		
		Per 
		santa Teresa il segno dell’amore a Gesù Cristo è la decisione a voler 
		condividere il suo calice e la sua croce, sopportando le aridità di un 
		cammino e l’incapacità da parte nostra di cavare un solo pensiero per il 
		Signore. 
		E se prima di darci i suoi tesori vuoI farci toccare con 
		mano la nostra miseria, è che
		essi sono molto eccellenti, e non vuole che ci accada come a Lucifero.
		È bene insistere su questa cosa che io conosco per esperienza: cioè che 
		quando l’anima cammina così risolutamente per la via dell’orazione 
		mentale da non far più conto delle consolazioni che Dio le concede, né 
		degli sconforti a cui può andare soggetta nel vedersene priva, ha già 
		percorso un buon tratto di strada.
		Non abbia paura! Per quanto possa inciampare, non tornerà indietro di 
		sicuro, perché ha cominciato l’edificio sopra salde fondamenta. No, 
		l’amore di Dio non sta nelle lacrime e neppure in quelle consolazioni e 
		tenerezze che ordinariamente si desiderano, tanto e tanto in esse ci si 
		ricrea, Consiste invece nel servire Dio con giustizia, con fermezza 
		d’animo e umiltà. Senza questo, sembrerebbe un ricevere sempre, senza 
		offrire mai nulla.
		Che fare allora quando ci si trova in tale stato di aridità senza 
		riuscire a cavare acqua dal pozzo? Santa Teresa dà alcuni consigli molto 
		importanti. Prima di tutto esprimere il proprio amore al Signore 
		rimanendo fedeli all’appuntamento quotidiano, al tempo dedicato 
		all’orazione, senza minimamente abbreviarlo.
		Servirsi poi dell’aiuto di un buon libro che ci ispiri buoni pensieri e 
		ci aiuti a formulare un dialogo amichevole col Signore. Infine attendere 
		come un povero che il Signore passi e faccia sentire la sua presenza.
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I disegni sono tratti dal libretto:
"Le 4 acque dell'Orazione di
Santa Teresa di Gesù"
Ed. Monte Carmelo
Villasmundo (SR)